martedì 30 agosto 2016

Islanda settima tappa

Periodo
11 agosto 2016

La potenza di Dettifoss, una delle cascate più impressionanti in Islanda
Luoghi visitati
Myvatn Naure Bath, area geotermale di Hverir, cascata Dettifoss, cascata Selfoss e cascata Godafoss

Ristoranti
Cena al ristorante della guesthouse

Alloggi
Kidagil guesthouse a Bárdardal

Una parte della piscina ai Myvatn Nature Bath

Itinerario
Dopo un'abbondante colazione all'islandese fatta di pancakes, pane nero, marmellate, formaggio, salame, frutta, cetrioli, un piatto tipico islandese (una specie di crema di riso e latte) e a lume di candela (pagata a parte 6000 isk, per la prima volta hanno pagato anche i bambini), ci dirigiamo verso la seconda zona più turistica dell'Islanda: il lago Myvatn.
La giornata non è delle migliori, piove, alle volte pioggerella, alle volte pioggia forte, e fa un freddo cane con tanto di vento, quindi decidiamo di passare la mattina al Myvatn Nature Bath, una piscina termale seconda solo alla Blue Lagoon; prima di arrivarci passiamo una piscina di un azzurro acceso, dove però non si può fare il bagno perché c'è un'alga nociva.
Dopo il bagno la pioggia è quasi cessata quindi decidiamo di vedere l'area geotermale di Hverir, con le pozze di fango che bolle e le fumarole. Da lì mentre sgranocchiamo in macchina un pasto leggero, ci dirigiamo verso le cascate Dettifoss e Selfoss. La camminata per vedere entrambe è molto facile, ma il tempo e il vento rendono tutto più complicato.
Prima di andare verso la nostra guesthouse, facciamo prima una piccola deviazione passando per una zona geotermica sfruttata grazie a una centrale (con la macchina si passa sotto a un arco di tubi che trasportano il vapore!), che ci porta fino all'inizio della camminata per il vulcano Krafla, ma visto il tempo inesorabilmente brutto, torniamo indietro (avevamo già preso abbastanza pioggia, vento e freddo durante la camminata verso le cascate) e facciamo un piccolo pit stop a Reykjalid per benzina, spesa  e merenda un po' sostanziosa, visto il pranzo leggero. Percorriamo la costa sud ovest del lago, ossia quella degli pseudo crateri, e poi ci fermiamo un attimo per vedere Godafoss, che si trova sulla strada.
Per raggiungere la nostra guesthouse dobbiamo percorrere una ventina di chilometri di strada non asfaltata, ma da poter fare tranquillamente senza 4x4, ed ha un ristorante con piatti tipici nel quale, senza pensarci due volte, decideremo di cenare.

Le pozze di fango che bolle a Hverir

Impressioni
A papà Elia è piaciuto: i Myvatn Nature Bath, il fango che bolliva a Hverir, la camminata per andare a vedere le cascate Dettifoss e Selfoss, e la cena a Kidagil guesthouse.

A mamma Eleonora è piaciuto: tutta l'area geotermica di Hverir con il fango che bolliva, le fumarole, la terra rossa per i minerali presenti (sembrava di essere su un pianeta extraterreste!), il giro del lago e in particolare gli pseudo crateri, e la cena alla guesthouse, tutto era buono e soprattutto tipico locale.
Il tempo (pioggia, vento e, soprattutto, freddo) ha un po' rovinato una delle più belle tappe di questo viaggio.

Gli pseudo crateri, formazioni laviche create da violente esplosioni della lava bollente sopra i 1000-1100 °C spinta con forza nell'acqua fredda


A Serena è piaciuto: la colazione a Saenautasel, andare ai Myvatn Nature Bath con la pioggia, il fango che bolliva e andare sotto il fumo che usciva dalla terra a Hverir, la camminata per raggiungere Dettifoss e Selfoss, la cena a Kidagil e il clima.
Non le è piaciuto: il fango che andava sulle scarpe a Hverir.

Le fumarole dell'area geotermale di Hverir

A Jacopo.è piaciuto: la colazione a Saenautasel, il clima e che era tutto pieno di fango a Hverir.

A Lorenzo è piaciuto: i Myvatn Nature Bath.
Non gli è invece piaciuto il clima.

Godafoss, la cascata degli dei, a cui abbiamo dato un veloce sguardo dopo una giornata molto intensa.


Islanda sesta tappa

Periodo
10 agosto 2016

I fiordi dell'est regalano al viaggiatore che ha tempo di scoprirli tante piccole chicche...chiesetta a Stöðvarfjörður

Città visitate
Seydisfjordur

Luoghi visitati
Chiesa di Seydisfjordur, Gufufoss, Hengifoss e Litlanefoss

Ristoranti
Kaffi Lara - El grillo bar a Seydisfjorður

La via di Seydisfjordur verso la chiesa, dove ci sono un paio di ristoranti e una bella vista sul mare

Alloggi
Saenautasel a Egilsstadir (all'interno, non nel paese)

Itinerario
Partiamo la mattina dopo aver fatto colazione nell'ostello (3000 isk in più rispetto al prezzo base della camera) e passiamo quasi tutta la mattina in macchina facendo un pezzo dei fiordi dell'est e arrivando poi poco prima di pranzo a Seydisfjordur.
Facciamo un giretto per questo villaggio di pescatori e, grazie a dei bei raggi di sole, ci fermiamo prima nel parco giochi e poi mangiamo del pesce alla griglia nelle panchine esterne del Kaffi Lara.
Il pomeriggio è dedicato alla camminata di media facilità verso la cascata Hengifoss, volevamo fermarci alla prima, Litlanefoss, ma poi dopo merenda abbiamo deciso di continuare fin quasi sotto alla cascata.
Facendo l'altro lato del lago, quello più a nord ci imbattiamo in lavori stradali che ci bloccano un po', stessa cosa poi sul Ring 1; questo, unito al fatto che la distanza non è poca non ci permette la visita alla Klaustursel farm, dove mamma Eleonora aveva letto che si poteva vedere e accarezzare le renne.
Arriviamo quindi al nostro alloggio un po' speciale: Saenautasel è una fattoria che si trova nelle Highlands di Jökuldalsheiði, poco prima che la strada diventi impraticabile per una macchina non 4x4. Si può visitare come museo (400isk l'entrata, i bambini sotto i 14 anni non pagano), ma si può anche fare l'esperienza di dormire come una volta, senza bagni (sono in una casupola a 200m dalla casa), con l'acqua fredda di un rubinetto esterno, senza elettricità...un po' come vivevano i nostri nonni, ma anche come si fa in campeggio. Ci addormentiamo al tepore di coperte di lana e con il crepitio del fuoco che pian piano di spegne...

In cammino verso Hengifoss...

Impressioni
A papà Elia è piaciuto: l'alloggio a Saenautasel (perché è stato come vivere in un'altra epoca), il villaggio di Seydisfjordur e la camminata fino alla cascata Hengifoss.
Non gli è piaciuto: non trovare il drago nel lago Lagarfljót vicino alle cascate (è il Loch Ness islandese tanto per capirci) e i lavori in corso sulle strade islandesi (fai una curva e ti trovi un camion che scarica terra e una ruspa che la schiaccia un po', tu povero ignaro che non hai voglia di tornare indietro per 30 km e davanti a te una macchina che ha appena passato la zona dei lavori ... e ha bucato due gomme! Ovviamaente  non segnalati e quasi da 4x4! Sul Ring un po' meglio, almeno i lavori erano segnalati e un minimo la circolazione era garantita).

A mamma Eleonora è piaciuto: il villaggio di Seydisfjordur, tutto colorato e molto molto nordic style e la camminata verso la cascata Hengifoss con Jacopo e Serena.
L'alloggio è stata un'esperienza controversa, perché non avere acqua calda e luce non è poi così deficitante se si pensa che in campeggio è un po' la stessa cosa, il problema maggiore è che la padrona non parla inglese, solo islandese e tedesco; inoltre l'acqua è solo all'esterno e con tre bimbi piccoli diventa francamente difficile la gestione...ma si fa ed è un bell'insegnamento su come vivevano i nonni bis!
Quello che non le è piaciuto è sicuramente la troppa macchina fatta, la tappa poteva essere organizzata un filo meglio.

L'edificio dove abbiamo dormito...fa un po' villaggio hobbit, eh?!

A Serena è piaciuto; mangiare vicino alla strada con l'arcobaleno a Seydisfjordur, la cascata Gufufoss, la camminata per andare a vedere Hengifoss e la merenda vicino alla cascata.
La casa di legno dove abbiamo dormito era bella, ma non le è piaciuto non avere la doccia e che i bagni fossero lontani.

Verso Seydisfjordur, la strada è molto suggestiva e a pochi metri si trova la cascata Gufufoss

A Jacopo.è piaciuto: dove abbiamo dormito, la merenda vicino alla cascata, la cascata Gufufoss equando è finita la camminata verso Hengifoss.
Non gli è piaciuto non riuscire ad andare alla fattoria in programma perché era troppo tardi.

A Lorenzo è piaciuto il fuoco della stufa del nostro alloggio (fin troppo attirato!!), ma non la camminata, ha protestato sia all'andata che al ritorno dopo la merenda.

Il parco giochi di Seydisfjordur...con la lava come suolo!!

lunedì 29 agosto 2016

Islanda quinta tappa

Periodo
9 agosto 2016

Città visitate
Hofn e Djupivogur

La chiesetta in entrata a Djupivogur, con il particolare campanile staccato dall'edificio.

Luoghi visitati
Piscina comunale a Hofn

Ristoranti
Hafnarbuðin a Hofn.

Brunnhol a Homafjordur e Langabúð a Djupivogur (colazione e merenda)

Alloggi
Berunes hostel a Djupivogur

Il nostro ostello con tanto di piccola chiesetta e cimitero. Il nostro è l'ultimo cottage.

Itinerario
Ci svegliamo la mattina e facciamo un pezzettino in macchina per andare a fare colazione in una guesthouse poco lontana, Brunnholl, dove fanno il gelato con l'acqua del ghiacciaio (tra i gusti c'è anche il tarassaco, una pianta molto comune in Islanda), senza conservanti, senza aromi e con il latte appena munto.
Dopo questa colazione un po' particolare, andiamo ad Hofn dove passiamo la mattinata in piscina e dopo una passeggiata e la visita gratuita a un peschereccio in secca sul porto, mangiamo un panino in un ristorante di pescatori locali (così diceva la guida, ma noi abbiamo visto solo turisti!).
Durante la siesta facciamo un'oretta di macchina per arrivare a Djupivogur, un piccolo paesino di pescatori dove facciamo merenda e un po' di spesa per la cena della sera, che ci prepareremo nel nostro cottage al Berunes Hostel.

I paesaggi tra Hofn e Djupivogur.

Impressioni
A papà Elia è piaciuto il panino con l'humar (una via di mezzo tra un'aragosta e uno scampo; ne ho mangiati due!!!!), il gelato per colazione (molto cremoso; io ho provato quello al tarassaco), la cittadina di Hofn, la casa antica trasformata in bar a Djupivogur e la casa nera sul fiordo.

A mamma Eleonora è piaciuto la piscina con gli scivoli e andare sullo scivolo con Jacopo, il gelato (quasi sembrava un gelato italiano!), mangiare all'aperto il panino con l'humar, la chiesetta azzurra e bianca a Djupivogur con il campanile staccato dall'edificio principale e l'ostello di Berunes.

Il porto di Hofn e il peschereccio in secca (quello in primo piano sulla sinistra) che si può visitare gratuitamente.

A Serena è piaciuto la piscina di Hofn per lo scivolo giallo, l'idromassaggio e la piscina calda a 42°, mangiare il fish&chips.
Non le è piaciuta la chiesetta dell'ostello, perché non ci voleva andare.

A Jacopo è piaciuto la piscina, mangiare al ristorante e il cottage dell'ostello dove abbiamo dormito.

A Lorenzo è piaciuta la piscina, ma non la passeggiata subito dopo a Hofn, troppa fame!!

Il tramonto sul nostro ostello...alle 10 di sera!!!

sabato 27 agosto 2016

Islanda quarta tappa

Periodo
8 agosto 2016

Luoghi visitati
Spiaggia Reynisfjara a Vik, ghiacciaio Skaftafells e laguna ghiacciata Jokulsarlon

Camminando tra gli iceberg a Jokulsarlon.
Alloggi
Vagnsstadir Hostel a Hofn

Itinerario
Dopo la colazione (compresa nel prezzo in questo caso), mamma fa qualche foto nei dintorni e poi ci dirigiamo all'altro lato della spiaggia vista ieri, ossia la spiaggia basaltica Reynisfjara. Mentre mamma e Serena vanno a vedere la zona dove svolazzano liberi i puffin (pulcinelle di mare), papà si attarda con Lorenzo e Jacopo, causa piccolo capriccio, e vengono sorpresi da un'onda gigantesca in un punto particolarmente stretto della spiaggia il che significa lavata da capo a piedi per tutti e tre!
Dopo un cambio vestiti veloce nel vento, ci mettiamo in macchina direzione Skaftafellsjokull National park. L'idea era di visitare la cascata Svartifoss e arrivare fino al ghiacciaio, ma essendo in due direzioni diverse ed entrambi a un'oretta di cammino, lasciamo perdere la cascata (avendo già viste due ieri e avendone altre in programma) e intraprendiamo la camminata verso il ghiacciaio, niente di difficile, ma ci vuole almeno un'ora e mezza tra andata e ritorno con i bimbi.
Dopo un pranzo leggero fatto di banane, pane e un fish&chips dal camioncino vicino all'ufficio informazione del parco, ci dirigiamo prima verso la laguna ghiacciata di Jokulsarlon e poi verso il nostro ostello dove anche mangiamo.

Verso una delle lingue di ghiaccio del ghiacciaio più grande d'Europa...

Impressioni
A papà Elia è piaciuto: il bagno accidentale alla spiaggia nera (investito da un'onda con Lorenzo in braccio e Jacopo preso al volo e tirato su ... bello poterlo raccontare e ricordarla solo per un po' d'acqua), la camminata verso il ghiacciaio, la laguna degli iceberg (uno spettacolo davvero unico, peccato non aver fatto il giro in barca) e i puffin.
L'ostello invece era troppo isolato e l'accoglienza (non c'è una reception, ma un numero da chiamare e dopo un po' arriva la ragazza).

A mamma Eleonora è piaciuto: camminare con Serena fino al ghiacciaio e la laguna di Jokulsarlon (bellissima!! Una delle attrazioni più belle d'Islanda, è rimasto il rimpianto di non averci fatto un giro in barca a causa di Lorenzo troppo stanco e infreddolito)

Le colonne basaltiche della spiaggia Reynisfjara

A Serena è piaciuto: andare all'ostello e mangiare all'ostello, gli iceberg, toccare il ghiaccio alla laguna, mangiare il fruttino all'arrivo del ghiacciaio (ma non salire sulla roccia dove lo abbiamo mangiato) e vedere papà, Jacopo e Lorenzo bagnati dall'onda.
Il pranzo invece è stato un po' troppo leggero e non le sono piaciute le forti onde della spiaggia di Reynisfjara.

A Jacopo è piaciuto: la strada verso la spiaggia nera Reynisfjara e cambiarsi dopo essersi bagnato.
Non gli è piaciuto invece: pestare il ghiaccio nella laguna di Jokulsarlon.

A Lorenzo non è piaciuto: il ritorno della camminata al ghiacciaio (mentre all'andata aveva fatto una dormita colossale sulla schiena di papà) e  la laguna di Jokulsarlon (aveva preso troppo freddo durante tutta la giornata).

La lingua di ghiaccio di Skaftafellsjokull (la più vicina e facilmente raggiungibile) in tutta la sua grandezza.

Islanda terza tappa

Periodo
7 agosto 2016

Città visitate
Vik

Cascata Seljafoss, niente di particolarmente spettacolare, ma con la caratteristica di poter camminare dietro al salto dell'acqua.

Luoghi visitati
Cascata Seljafoss (solo papà, mamma e i bimbi dalla macchina), cascata Skogafoss, Skogar Museum a Skogar e spiaggia nera Dyrhólaey a Vik



Ristoranti
Gamla Fjosid a Hvolsvöllur

Alloggi
Martina and Jon guesthouse vicino Vik

Le case dai tetti di torba dello Skogar museum, dentro perfettamente ricostruite con oggetti e mobilio antichi.
Itinerario
La mattina facciamo colazione nei tavoli esterni della guesthouse con i biscotti comprati al supermercato e con il caffè e il latte messi a disposizione 24/24 per i clienti. Ce la prendiamo con calma perché abbiamo prenotato un giro nei cavalli del ranch adiacente (5000 isk per mamma, Serena e Jacopo).
Partiamo poi alla ricerca di una fattoria medievale di nome Keldur facendo il nostro primo sterrato, ma mancando la fattoria che non era per nulla segnalata, probabilmente solo al cartello d'ingresso della strada (le strade interne hanno sempre un cartello con segnalato quello che si trova).
Arriviamo stanchi e affamati ai piedi del vulcano Eyjafjöll, che ha messo in ginocchio mezza Europa nel maggio 2010, e quindi solo papà fa una passeggiata a vedere la cascata Seljafoss, dove è possibile camminare dietro l'acqua che scende, mamma invece rimane in macchina con i bimbi, mezzi addormentati.
Ci fermiamo a mangiare al Gamla Fjosid, di cui avevamo letto buone recensioni e subito dopo pranzo è la volta della cascata Skogafoss (con tanto di scalinata da 427 scalini!) e del museo adiacente.
Dopo una mezz'oretta in macchina arriviamo nei pressi di Vik e prima di andare nella nostra guesthouse ci fermiamo alla spiaggia nera Dyrhólaey per fare qualche foto.
La sera proviamo ad andare a mangiare a Vik, ma il posto segnalatoci dalla padrona di casa era stracolmo, i bambini stanchi, quindi compriamo qualcosa al supermercato e mangiamo nella guesthouse.

Impressioni
A papà Elia è piaciuto: camminare dietro la cascata Seljafoss, la corsetta prima di colazione, il paesaggio arrivati in cima a Skogafoss e lo sterrato per cercare la fattoria Keldur.
Non gli è piaciuto il vento forte che ci ha accompagnati tutta la giornata.

Skogafoss e la camminata che ne raggiunge la sommità.

A mamma Eleonora è piaciuto: il giretto sui cavalli, la cascata Skogafoss con annessa camminata di 427 scalini e il panorama una volta arrivati in cima, le case con i tetti di torba del museo che spiegavano come si viveva una volta e i panorami che ci hanno accompagnati durante tutta la giornata.
Non le è piaciuto: perdere un'ora di tempo in una strada sterrata per poi non trovare nemmeno la fattoria!

A Serena è piaciuto: il giro sui cavalli, la scuola elementare del museo, la cascata Skogafoss e la camminata fino in cima, la guesthouse dove abbiamo dormito tutti quanti insieme (la signora aveva preparato quattro letti uno vicino all'altro!).

La passeggiata sui miti cavalli islandesi è adatta davvero a tutti.

A Jacopo .è piaciuto: il giro sui cavalli, andare a visitare il museo e fare la foto vicinissimo alla cascata.
Non gli è piaciuto salire in cima alla cascata.

A Lorenzo è piaciuto salire in cima alla cascata, ma non fare colazione all'aria aperta, si è molto innervosito.

La spiaggia nera Dyrhólaey a Vik

venerdì 26 agosto 2016

Islanda seconda tappa

Periodo
6 agosto 2016

Città visitate
Hveragerdi

Luoghi visitati
Valle di Haukadalur, cascata Gullfoss, parco geotermale Hverasvæðið a Hveragerdi e centro regionale d'informazioni a Hveragerdi

La reazione al geyser Stokkur che "esplode"...ed era almeno la decima volta che lo vedevano!
Ristoranti
Kjot&Kunst a Hveragerdi e ristorante della guesthouse


Alloggi
Guesthouse Vatnsholt a Selfoss

Panoramica della guesthouse dove si vede l'area giochi dedicata ai bambini 
Itinerario
Sveglia e colazione all'ostello (non compresa, abbiamo pagato 1500 isk gli adulti, gratis i bambini) poi partenza per la valle di Haukadalur, dove siamo rimasti a lungo a guardare "esplodere" il geyser Stokkur. Tappa successiva è stata la cascata Gullfoss, poco distante che abbiamo visto da molto vicino.
Mentre i piccoli riposavano in macchina, abbiamo percorso una valle molto pianeggiante dove la popolazione è dedita all'agricoltura con serre geotermiche. Arrivati a Hveragerdi andiamo prima a mangiare in un ristorante che utilizza il calore della terra per cucinare, poi facciamo un giro per un'area geotermica molto attiva proprio nel centro del paese.
Prima di ripartire e andare al nostro alloggio, facciamo una veloce spesa al Bonus che si trova all'entrata del paese e visitiamo l'ufficio informazioni. Oltre ad essere molto ben fornito di brochures di tutta l'Islanda, vi è un'esposizione relativa al terremoto avvenuto nel 2008 con tanto di simulatore (a pagamento) che ha causato un vasto cambiamento della zona e si può vedere la faglia nel suolo tra la placca americana e quella europea, risalente a 4000 anni fa.
La guesthouse che ci ospita ha un ampio giardino con parco giochi e animali che intrattengono i bimbi fino all'ora di cena; dopo aver assaggiato alcuni piatti locali al ristorante della guesthouse, andiamo a dormire alla luce del tramonto.

L'area geotermica di Hveragerdi
Impressioni
A papà Elia è piaciuto: il geyser Strokkur (un'esperienza unica, da sola vale il viaggio), la cascata Gullfoss, il ristorante con cucina geotermica (ingegnoso e spettacolare) e la simulazione del terremoto (meglio non trovarcisi per davvero, se possibile).

A mamma Eleonora è piaciuto: tutta la valle Haukadalur, il geyser in particolare, il ristorante con cucina geotermica (esperienza unica! E' stato bello anche solo mangiare il pane comprato da asporto senza prendere il buffet all'interno, c'era una panchina per i bimbi con due volanti come fosse un'automobile), la guesthouse (camera spaziosa, molti servizi anche per i bambini, prezzo ottimo) e la cena in guesthouse per aver finalmente assaggiato la cucina tipica.
Non le è piaciuto che Jacopo si sia scottato la mano su uno dei tubi al parco geotermale di Hveragerdi (molti cartelli, ma nessuna messa in sicurezza).

Il ristorante a Hveragerdi, dove si vede l'angolo della cucina geotermica.

A Serena è piaciuto; la simulazione del terremoto, il geyser (ha fatto anche una fotografia tutta sola), il parco giochi e gli animali della guesthouse (hanno anche due volpi artiche!).
Non le è piaciuto che Jacopo si sia fatto male.

A Jacopo è piaciuto; il geyser che andava in alto, la guesthouse e il centro informazioni.
Non gli è piaciuto: farsi male e la cascata.

A Lorenzo è piaciuto: il geyser e gli animali della guesthouse.

Cascata Gullfoss, con il doppio salto ben in evidenza.

Islanda giorno d'arrivo e prima tappa

--->  IL VIAGGIO IN ISLANDA E' DURATO 17 GIORNI ED E' STATO TALMENTE INTENSO CHE ABBIAMO RACCOLTO MOLTISSIME IMPRESSIONI OGNI GIORNO QUINDI FAREMO PIU' POST INVECE CHE UNO SOLO  <----


Periodo
4 -5 agosto 2016

Luoghi visitati
Vikingworld a Reykjanesbaer, piscina comunale di Laugarvatn e Thingvellir National park.

Vikingworld visto dall'esterno.
Ristoranti
Eftidalur II a Laugarvatn (15km fuori dal paese)

Alloggi
Guesthouse Gardur a Gardur e Laugarvatn HI Hostel a Laugarvatn

Itinerario
04/08 Partenza la sera da Nizza con la compagnia low cost islandese WOWair (in ritardo!) e arrivo all'una di notte all'aeroporto internazionale di Keflavik. Notte in una guesthouse a 10 minuti dall'aeroporto dopo aver recuperato la macchina noleggiata con SADcars.
05/08 Dopo aver fatto bancomat (unica volta, le commissioni sono altissime e la moneta può essere tranquillamente non utilizzata perché hanno il pos anche nei posti più sperduti) nel piccolo villaggio di Gardur, che giriamo in cinque minuti con la macchina, ci dirigiamo verso il museo vichingo a Reykjanesbaer.
Dopo la visita veloce ci fermiamo a fare la spesa in paese (la nostra prima spesa nella catena discount Bonus, riconoscibile per il maialino rosa su sfondo giallo che ne è il logo) e a mangiare qualcosa di veloce in una bakari, ossia una panetteria.
Nel pomeriggio, durante la pausa siesta dei bimbi, giriamo in macchina il parco dei 100 crateri per poi dirigerci verso il parco nazionale di Thingvellir. Sotto la pioggia, facciamo una passeggiata per vedere i punti salienti e poi andiamo a posare le nostre cose all'ostello di Laugarvatn.
Ristorante non previsto, ma la receptionist ci da un ottimo suggerimento su una fattoria con ristorante che affaccia sulla stalla delle mucche e quindi, dopo un bagno ristoratore nella piscina del paese, andiamo a cena fuori prima di andare a dormire stanchi morti.

Il paesaggio del Thingvellir National park

Impressioni
A papà Elia è piaciuto: la passeggiata a Thingvellir, la nave vichinga al Vikingworld, il ponte sulla faglia che divide la placca americana da quella europea nel parco dei 100 crateri, il ristorante dove abbiamo mangiato (con vista sulla stalla), la birra e lo skyr.
Il bagno in piscina è stato carino per gli hot spot di acqua calda, ma la location non era chissà che.
Non gli è piaciuto invece trovare pochi benzinai fuori da Reykjavik.

A mamma Eleonora è piaciuto: fare il bagno nella piscina con gli hot spot caldi (prezzo accessibilissimo 500 isk gli adulti, gratis i bimbi e ci hanno pure prestato gli asciugamani), la passeggiata a Thingvellir e in particolare la chiesetta, la cubana che ci ha servito alla bakari e il ristorante, bella location e buon cibo (anche se l'aperitivo al siero di latte non mi ha convinto del tutto).

A Serena è piaciuto: la piscina, il museo (in particolare salire sulla nave), dormire la siesta in macchina, mangiare con le mucche e camminare sotto la pioggia a Thingvellir.

La passeggiata sotto la pioggia al Thingvellir National park
A Jacopo è piaciuto: la nave vichinga, camminare sotto la pioggia a Thingvellir, mangiare vicino alla casa delle mucche e camminare nella fattoria all'aperto fuori dal Vikingworld (zona gratuita).

A Lorenzo è piaciuto: il bagno in piscina (acqua calda e bassa, perfetto binomio), la nave vichinga dove poter strisciare e arrampicarsi un po' dappertutto e il pavimento di Vikingworld (tante piccole pietre attaccate che l'hanno mooooolto affascinato!).

Il pavimento del Vikingworld, piuttosto comune in tutta l'Islanda