martedì 30 agosto 2016

Islanda settima tappa

Periodo
11 agosto 2016

La potenza di Dettifoss, una delle cascate più impressionanti in Islanda
Luoghi visitati
Myvatn Naure Bath, area geotermale di Hverir, cascata Dettifoss, cascata Selfoss e cascata Godafoss

Ristoranti
Cena al ristorante della guesthouse

Alloggi
Kidagil guesthouse a Bárdardal

Una parte della piscina ai Myvatn Nature Bath

Itinerario
Dopo un'abbondante colazione all'islandese fatta di pancakes, pane nero, marmellate, formaggio, salame, frutta, cetrioli, un piatto tipico islandese (una specie di crema di riso e latte) e a lume di candela (pagata a parte 6000 isk, per la prima volta hanno pagato anche i bambini), ci dirigiamo verso la seconda zona più turistica dell'Islanda: il lago Myvatn.
La giornata non è delle migliori, piove, alle volte pioggerella, alle volte pioggia forte, e fa un freddo cane con tanto di vento, quindi decidiamo di passare la mattina al Myvatn Nature Bath, una piscina termale seconda solo alla Blue Lagoon; prima di arrivarci passiamo una piscina di un azzurro acceso, dove però non si può fare il bagno perché c'è un'alga nociva.
Dopo il bagno la pioggia è quasi cessata quindi decidiamo di vedere l'area geotermale di Hverir, con le pozze di fango che bolle e le fumarole. Da lì mentre sgranocchiamo in macchina un pasto leggero, ci dirigiamo verso le cascate Dettifoss e Selfoss. La camminata per vedere entrambe è molto facile, ma il tempo e il vento rendono tutto più complicato.
Prima di andare verso la nostra guesthouse, facciamo prima una piccola deviazione passando per una zona geotermica sfruttata grazie a una centrale (con la macchina si passa sotto a un arco di tubi che trasportano il vapore!), che ci porta fino all'inizio della camminata per il vulcano Krafla, ma visto il tempo inesorabilmente brutto, torniamo indietro (avevamo già preso abbastanza pioggia, vento e freddo durante la camminata verso le cascate) e facciamo un piccolo pit stop a Reykjalid per benzina, spesa  e merenda un po' sostanziosa, visto il pranzo leggero. Percorriamo la costa sud ovest del lago, ossia quella degli pseudo crateri, e poi ci fermiamo un attimo per vedere Godafoss, che si trova sulla strada.
Per raggiungere la nostra guesthouse dobbiamo percorrere una ventina di chilometri di strada non asfaltata, ma da poter fare tranquillamente senza 4x4, ed ha un ristorante con piatti tipici nel quale, senza pensarci due volte, decideremo di cenare.

Le pozze di fango che bolle a Hverir

Impressioni
A papà Elia è piaciuto: i Myvatn Nature Bath, il fango che bolliva a Hverir, la camminata per andare a vedere le cascate Dettifoss e Selfoss, e la cena a Kidagil guesthouse.

A mamma Eleonora è piaciuto: tutta l'area geotermica di Hverir con il fango che bolliva, le fumarole, la terra rossa per i minerali presenti (sembrava di essere su un pianeta extraterreste!), il giro del lago e in particolare gli pseudo crateri, e la cena alla guesthouse, tutto era buono e soprattutto tipico locale.
Il tempo (pioggia, vento e, soprattutto, freddo) ha un po' rovinato una delle più belle tappe di questo viaggio.

Gli pseudo crateri, formazioni laviche create da violente esplosioni della lava bollente sopra i 1000-1100 °C spinta con forza nell'acqua fredda


A Serena è piaciuto: la colazione a Saenautasel, andare ai Myvatn Nature Bath con la pioggia, il fango che bolliva e andare sotto il fumo che usciva dalla terra a Hverir, la camminata per raggiungere Dettifoss e Selfoss, la cena a Kidagil e il clima.
Non le è piaciuto: il fango che andava sulle scarpe a Hverir.

Le fumarole dell'area geotermale di Hverir

A Jacopo.è piaciuto: la colazione a Saenautasel, il clima e che era tutto pieno di fango a Hverir.

A Lorenzo è piaciuto: i Myvatn Nature Bath.
Non gli è invece piaciuto il clima.

Godafoss, la cascata degli dei, a cui abbiamo dato un veloce sguardo dopo una giornata molto intensa.


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